Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
Daniel Rabiczko
E non è stato facile
Arrivare fino a qui
Senza scendere a patti con la porta di casa
E non è mica semplice
Sorridere oltre i guai
Andare controvento senza un filo di poesia
E tu mi dici sempre di restare umano
Di non scoprire il fianco
E tu mi sembri sempre tutto quello che vorrei
Vorrei avere un popolo
Di cui non vergognarmi
Avere un passaporto di cui fare a meno
Per questo preferisco gli zingari
E i loro furti reali o inventati dai giornali
Per questo preferisco le strade di periferia
La polvere sui mobili
E quella sopra il cuore
Il sole che si allunga, dentro la mia stanza
I fiori che schiudi senza farci neanche caso
Le distanze
I chilometri
L'erba ai lati della strada
I fiori che schiudi senza farci neanche caso
Le distanze
I chilometri
L'erba ai lati della strada
L'erba alta in primavera
L'erba che ci sarà sempre
Quella che ieri non c'era
Quella che spunta nel mentre
L'erba utile a nessuno
Invisibile e ignorata
Buona a nulla calpestata
L'erba incolta e degradata
Cattiva che non muore
Neanche se è tajata
L'erba tenera e innocente
Inquinata e intossicata
L'erba ai lati della strada
L'erba verde e profumata
Che profuma più che mai
Quand'è falciata