Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Andrea Mirò
Qualcosa di imprevisto
Qualcosa che non si era mia visto
Nessuno certamente
Poteva prevedere l'incidente
La folla che era lì
E silenziosamente ascolta
Un uomo tra la gente
Ha preso la parola a voce alta:
"Se non mi lasciano parlare, io parlo
Se non mi lasciano sentire, io sento
Se c'è divieto di pensare, io penso...
Che farò quello che mi va, almeno credo"
Tutti videro quello che ho visto
L'uomo che aveva gridato
Uscir dal proprio posto
E andarsene via
Bocche dalla voragine muta
Dall'espressione stupita
Meraviglia disegnata e incredulità
Prego, stare immobili, restare calmi
Qualcosa penetrò
Nelle coscienze ancora inviolate
E dalle prime file
Si muovono degli altri e un'altra dice:
"Se non mi lasciano parlare, io parlo
Se non mi lasciano sentire, io sento
Se c'è divieto di pensare, io penso...
Che farò quello che mi va, almeno credo"
Tutti, senza il pur minimo avviso
Più o meno tutti la faccia un po' confusa
Verso casa andarono via
Tutti, senza capir la ragione
Senza nemmeno affrontar di petto la questione
Senza un perché
Prego, stare immobili, restare calmi
Spalancati, i nostri occhi sono accesi
Le nostre orecchie sono aperte
Le nostre menti viaggiano su nuovi pianeti
Non rispondo al tuo comando
Non mi arrendo al tuo richiamo
Non mi piego alla tua forza
Sono fuori dal tuo controllo
Tutti nel meccanismo ordinato
Tessere in fila di un domino impazzito
Verso casa andarono via
Tutti, senza capir la ragione
Senza nemmeno affrontar di petto la questione
Senza un perché
Prego, stare immobili, restare calmi
Stabilire l'ordine, restare calmi