Marlene Kuntz
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Marlene Kuntz
L'immaginazione nella città dormitorio
È un'immagine che proprio non so far volare
È un pennuto in una gabbia nato per marcire
È un'illusione alata che può solo zoppicare
E sei condannato
E neanche lo sai
Stolido e ingessato
No che non lo sai
L'entusiasmo è un'agonia nella città mortorio
E lo stupore un'imprudenza da addomesticare
Quando volge a tutto ciò che non si può capire
E quando fa di ogni cosa nuova un avversario
E sei condannato
E neanche lo sai
Stolido e ingessato
No che non lo sai
Bifolchi imbiancati, sepolcri imbevuti di liquido grigiore
Massa di zombie irretiti dal nulla
Storditi da quel che conviene, sedotti da ciò che pertiene
Alla norma
Conformi ad ogni visione d'insieme che fugge da ogni dettaglio
Stonato e non omologato
Convinti che quel che appartiene al giogo delle convenzioni
Sia l'unico bene
E tu sei come loro che ti sono affatto uguali
Anche se non lo ammetteresti mai
Dorme un lungo sonno tutta la città
E con essa dorme la sua umanità