Si è fatto tardi sulle nostre esistenze
E il desiderio tra noi due è acqua passata
Davvero tu non c'entri niente
È solo colpa mia
Mi sono accorto tardi
Che tutto quello a cui tenevo, ti era indifferente, scivolava via
Siamo lontani
Distanti
Ti parlo e non mi senti
E' sceso il buio nelle nostre coscienze
E ha reso apocrifa la nostra relazione
Vorrei innestare il modo dell'indifferenza
E allontanarmi da te;
Per presentarmi innanzi al tribunale di una nuova inquisizione
Faccio un "auto da fé"
Dei miei innamoramenti
Un "auto da fé"
Voglio praticare il sesso senza sentimenti
E mi piaceva camminare solo
Per sentieri ombrosi di montagna
Nel mese in cui le foglie cambiano colore
Prima di addormentarmi all'ombra del destino
La storiella di “Auto da fé” si può sintetizzare nella classica [situazione] di un uomo che incontra una donna e dice: “Bedda, è una dea” [risate, ndr]. Poi, dopo qualche mese o se va bene dopo un anno, si inverte e cominciano le ingiurie, le maldicenze. Allora uno pensa che forse questi sentimenti...