Giorgio Gaber
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Giorgio Gaber
Giorgio Gaber
Giorgio Gaber
Giorgio Gaber
Giorgio Gaber
Giorgio Gaber
Quando ero giovane
Mi piacevano tanto le donne e le filosofie
Ero un ragazzo attento e mi buttavo
Mi verificavo nei rapporti aperti
E gocciolavo amore
Da tutte le parti amore
Quando ero giovane mi piacevano molto
Le notti e le periferie
Mi coinvolgevano le innovazioni
Le arti i grandi mutamenti
E vedevo il nuovo
Da tutte le parti il nuovo
Non c'è niente da fare
Deve essere vero che sto invecchiando
Non c'entra niente con l'età
Il sintomo più chiaro è che guardando il mondo
Non mi interessano e non mi sorprendono le novità
Eppure mi hanno detto che succede di tutto
Che ci sono cose molto interessanti
E anche originali
Che ci sono cose veramente strane veramente nuove
Grandi cambiamenti grandi innovazioni
Peccato che a me sembrano soltanto
Timide e modeste variazioni
Che nella loro velleità
Hanno l'aria e la pretesa di sfacciate novità
Quando ero giovane mi attiravano molto
La sofferenza e la sociologia
Quando hai vent'anni
Non ti puoi mica risparmiare devi occuparti del mondo
Che è lì che aspetta
La tua spinta per cambiare il mondo
A vent'anni tutti scrivono
Fantastiche rabbiose poesie
A vent'anni tutti fanno decisivi
Importantissimi interventi
Dopo i vent'anni
Li fanno solo i deficienti li fanno
Non c'è niente da fare
Il mondo è noioso e si sta ripetendo
O sono io che son distratto
Sarà che sono anziano o forse presuntuoso
Ma ho l'impressione di avere già capito tutto
Eppure effettivamente ogni giorno succede qualcosa
Ci sono cose molto appariscenti
E anche fastidiose
E sono cose veramente gravi e c'è un gran casino
Di sconvolgimenti non si può ignorare
Sì ma io volevo dire la mia vita la tua vita
Insomma la vita
Ho il sospetto che rimanga sempre uguale
E qualsiasi cambiamento
Che sembrava così enorme e sconvolgente
Riguardato alla distanza non è altro che esteriore ed apparente
Va a finire che in sostanza
È davvero tutto uguale
Oppure sono io che non capisco più un cazzo