[Testo di "La visita della lince"]
Ieri
Ero in macchina con mia madre
Lei guidava
E io non pensavo a niente, tranne a cose
A cui non voglio più pensare
Se mi sento avido, arido, viscido, sudicio e cane
È presto, ma è già buio
Se n'è appena andata l'ora legale
Le foglie cadute nascono e muoiono sotto ai fanali
La strada è nera
Come la tristezza degli ippoccastani
- Il buio a quest'ora mi ammazza - mi dice mia madre
Questa
È la strofa sull'attimo dopo
Sull'incontro di mia madre con la lince
Lei che frena e dice - guarda! - e io faccio in tempo a vederе
L'animale saltarci davanti
Dentro al bosco
A volte, mamma, io lo so chе basta un po' di febbre
Per confondere la bestie con la gente
Fatto sta che adesso un uomo che non c'è mai stato
È qui, seduto dietro
E si sente anche in diritto di parlare
- Come stai? - mi dice
- Non c'è male
- Come stai? - mi dice?
- Non c'è male
E tutto quello che gli chiederemmo
È soltanto una qualche prodigiosa medicina
E tutto ciò per cui noi pregheremmo
È soltanto una qualche prodigiosa medicina
E tutto quello che noi volevamo
Era soltanto una qualche prodigiosa medicina
Per i giorni
Che si accorciano
Passano stupidi
E poi niente
Per i giorni
Che si accorciano
Passano stupidi
E poi niente
Per i giorni
Che si accorciano
Passano stupidi
E poi niente
Per i giorni
Che si accorciano
Passano stupidi
E poi niente