Senza di lei nessuna legge può essere assoluta, l'ipotetico demone onnisciente di Laplace che può prevedere è la condizione che perduta lascia impotenza conoscitiva, neppure in potenza la scienza prevede se l'oggetto dei suoi calcoli scompare in pieghe spaziotemporali. Andando per ordine la quantistica e i buchi neri richiamano in causa sistemi casuali: la prima con Heisenberg rese probabilistica ogni determinazione di quantità di moto e posizione di una particella subatomica abbassando a statistica ogni previsione. In più essa in questa nuova veste sopravviverà se si proverà che i buchi neri non distruggono definitivamente la funzione d'onda, ovvero l'informazione sulla probabilità, essi sono stelle la cui massa si concentra sino a raggiungere una densità tremenda la cui curvatura spaziotemporale - aka gravità - nulla sfugge. Furono chiamati "neri" in quanto inabissano anche la luce ma se nulla si crea o si distrugge la questione è incerta, e se l'orizzonte di ogni suo evento tornando a combaciare col centro lasci che la funzione d'onda riemerga oppure se questa informazione si disperda. Se non credessi ai tuoi occhi saresti dalla parte di Preskill nella scommessa che forse ha vinto con Hawking, mentre Einstein, il quale affermava che Dio non gioca a dadi, fu in parte superato dalla quantistica e dai suoi risultati. Per ora il mondo appare prevedibile anche se solo statisticamente, teoricamente Ananke regna ma forse non potrà farlo per sempre poiché le incognite sono troppe, e la scienza deve auto-confutarsi se vuole progredire, come disse Popper, fino a cedere le sue basi più scontate andando contro l'evidenza di ogni suo metodo come Feyerabend. Ma se un limite come l'attuale astrattezza della teoria delle stringhe la fermerà, allora... boh, non posso prevedere, ci son troppe possibilità e io sono troppo ignorante