Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Umberto Tozzi
Sono ancora al limite, voglio essere utile
Non esiste più città che mi dia una risposta
Sono figlio del tuo Dio, voglio meritarmelo
Non mi devo arrendere, da oggi no, io gli darò un senso
Devo cominciare a correre solo verso chi non ha più sole
Voglio andare anch’io in paradiso, a patto che
Solo lì primeggi il tuo sorriso che da sempre mi sorprende
Mi parla, mi accende e mi fa vincere, mi fa vincere
Dicono di Marte a me come inevitabile
Ma ci sono ancora io e saprò vendere la pelle
Si è bruciata in Vietnam e non si è abbronzata mai
Io non so perché né chi blatera continuando a venderci
Devo cominciare a correre solo verso chi non vede il mare
E fermare un odio inutile, a patto che
Voglia Dio che esista un paradiso che ci prenda e ci perdoni
Di assenze, dolori inevitabili, incancellabili, imperdonabili
Oh come vorrei parlare con te di un mondo di sapori
Infrangibili, impermeabili, ma invece imperdonabili, inaccettabili
Voglio andare anch'io in paradiso
Che da sempre mi sorprende mi parla, mi accende e mi fa vincere
Devo avvicinare il sole verso chi mi fa vincere
E fermare un odio inutile a patto che
Voglia Dio che esista un paradiso che ci prenda e ci perdoni
Di assenze, dolori inevitabili, incancellabili, imperdonabili
Incancellabili, imperdonabili
Anch’io in paradiso was written by Umberto Tozzi & Fredrik Thomander & Anders Wikström.