Era bella da fare paura
Tra le cose più riuscite di madre natura
Di te, abbi cura le disse la madre e la baciò per l’ultima volta
Quella sera la sua prima volta
A letto uno qualunque dopo una sbronza
Non le importava di sentirsi dire stronza
Anaffettiva per difesa introspettiva e tesa
La sua parte lesa dorme ancora con la luce accesa
Silvia a sedici anni ringhia al suo futuro
La carnagione pallida,l’abito scuro
Diceva “A me l’amore non mi fotte di sicuro”
È come miele al retrogusto di cianuro
Voleva il piacere se lo prendeva effimero
Ma è fuoco che brucia poco come un fiammifero
Il padre non poteva mantenerla lei pensò che darsi
Era l’unico mezzo per emancipasi
Parla parla ma la gente di me non sa niente
Mentre, chiudo gli occhi e apro le gambe consenziente
Da sempre ,c’è chi vende e chi compra
Io, resto fedele alla mia ombra
Ingombra la dimensione di periferia
Vengo introdotta nei salotti della borghesia
Industriale ministro e generale
Con le mani sui miei fianchi e gli occhi a spillo
Come i miei tacchi…
Prendi il mio corpo ma lasciami l’anima
Vedo il degrado nel volto di chi ansima
Su di me… via da me…
Sembrava un gioco ma ho perso dall’inizio
Resto attaccata a un cappio sull’orlo del precipizio
E non so… resistere o lasciarmi andare giù
Qui col denaro pensano di possedere tutto
Mentre quel porco sbava come dai miei occhi il trucco
Non sento più nessun dolore zero sensazione
Abuso di freddezza che mi ha congelato il cuore
Spegni la luce che il nulla mi consola
La mia spensieratezza andata persa in meno di un’ora
Ho preso il cuore e l’ho buttato dentro una stagnola
Ed ogni giorno divento un po’ più sola…
E passano, settimane mesi anni
E dire no è un lusso che non so permettermi
Per accettarmi bella fuori fra lo stile e il portamento
Equilibrarmi tra sentirmi ostile col marcio dentro
Tra chi mi odia chi mi fotte e chi mi ama
Ma stanotte non risponderò a nessuno che mi chiama
È sesso a pagamento e il senso di appagamento
Di qualcuno è diventato il mio sgomento
Penso, allo sguardo di mia madre che mi segue da lassù
A mio padre che non ce la fa più quaggiù
A metà fra i suoi debiti e fra chi fa festa
Lui non lo sa quanta miseria c’è in quella ricchezza
Colpo su colpo mi riprendo l’anima
Dall’alba al tramonto basta nessuna lacrima
Lontana dal … superficiale, da tutto questo male
Riscatterò me stessa elaborando il lutto
Cammino a testa alta, le prime rughe senza trucco
Tutto l’amore risparmiato sarà d’esempio
L’unico uomo che amerò per sempre me lo porto in grembo