Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Fausto Amodei
Cominciano a insegnarti che è tuo sacro dovere
Difendere la patria, difender le frontiere
Lo insegnano alla scuola, lo dice il sillabario
Lo recitano tutti a guisa di rosario
È tuo sacro dovere, devi esserne entusiasta
Se non ci credi, sei castrato, pederasta
Non crederci vuol dire non solo essere vili
Ma inoltre essere privi di organi virili
A volte viene il giorno che non c'è più guadagno
E che l'economia è in fase di ristagno
Che quel che si produce non trova più acquirenti
O che i lavoratori son troppo esigenti
A volte viene il giorno che per l'economia
La guerra è il rimedio migliore che ci sia
Vivifica l'industria, zittisce i sindacati
Tien su il prodotto lordo e crea nuovi mercati
Padroni e governanti, in men che non ti dico
Si mettono d'accordo su chi sarà il nemico
Importa poco o niente che sia razza inferiore
O gente bellicosa di un altro colore
Oppure dei selvaggi da rendere civili
Importa che si espanda l'industria dei fucili
L'industria dei cannoni, famosa vacca grassa
Che dà commesse ben pagate, pronta cassa
E quelli che non vogliono credere un dovere
Difendere la patria in armi alle frontiere
Son dichiarati in blocco vigliacchi traditori
Son tutti messi dentro o meglio fatti fuori
O scegli di crepare al fronte, se hai scarogna
Oppure crepi a casa, di certo e con vergogna
Le guerre dei padroni non son facoltative
Le hai da far con le buone oppur con le cattive
Lo stato ed i padroni forniscon tutto quanto
La banda alla stazione, le patronesse in pianto
Dei corsi accelerati che danno in pochi giorni
Un titolo che serva in caso che tu torni
Il cioccolato, il cognac, bordelli a buon mercato
E mucchi di discorsi e frasi di commiato
Il codice di guerra, la corte militare
Il carcere o la bara a chi non ci vuol stare
Lo stato ed i padroni non sono più taccagni
Perché la guerra rende splendidi guadagni
E questi investimenti saranno a tempi lunghi
Ma i tassi d'interesse crescon come funghi
E poi la santa chiesa con minime eccezioni
Ha spesso garantito le sue benedizioni
Ha spesso garantito da quando storia è storia
Che il padreterno vuol lui pure la vittoria
E partono i soldati e vanno in lunga fila
In marcia verso il fronte, a mille, a centomila
Poi tornano i soldati, ma sono molti meno
Di quanti eran partiti su quel lungo treno
È già una gran fortuna almeno esser tornati
Anche se si è rimasti feriti o mutilati
È già ben fortunato chi a casa può tornare
E invece tanta gente non lo può più fare
Che tutta quella strada non sia servita a niente
È duro da capir per tutta quella gente
Per tutta quella gente che, grazie a sto macello
Ha perso un fidanzato, un padre od un fratello
Per tutta quella gente che ha pur pagato un prezzo
Anche se ci ha rimesso soltanto qualche pezzo
È duro da capire che tutto è capitato
Solo perché l'industria aumenti il fatturato
Allora ecco lo stato ed i ricchi farsi avanti
A distribuir diplomi di martiri e di santi
A dare le medaglie, a fare i monumenti
Affinché tutti i superstiti siano contenti
Convinti di aver fatto un nobile dovere
E non d'essere stati presi per il sedere
Finché c'è chi è persuaso che occorre essere eroi
Quel che era stato prima si ripete poi
Si ribadisce infatti che è tuo sacro dovere
Difendere la patria, in armi, alle frontiere
Finché l'economia per superare il tedio
Non trovi in altre guerre il solito rimedio
È un circolo vizioso che non tende a finire
Finché tu non vorrai sforzarti di capire
Sforzarti di capire la verità, che è questa
Che il tuo vero nemico marcia alla tua testa
Perché una guerra was written by Fausto Amodei.