Nessuno sposta i piedi

Gambe pelose, dita con lo smalto
Culi sulle gomme che cavalcano l’asfalto
Autostrade immobili
Senza interruzioni
Insegne intermittenti scompongono i pedoni
Le voci si accavallano e tutti si assomigliano
Corpi che nel buio si aggrovigliano
Semafori scandiscono gli incroci pedonali
La giungla e le sue leggi, sottratte agli animali
Le zebre della strada non si fanno rispettare
Ed ogni esitazione è una colpa da espiare
Linee tratteggiate a disegnare tapparelle
Madri con le figlie, a fingersi sorelle
Padri con le figlie da esibire a una platea
Ma le ultime conchiglie le ha già prese la marea

E allora lasciami rallentare
Che questo tuo girare in tondo
Non mi fa più toccare il fondo
E non c'è spazio per camminare
Perché nessuno sposta i piedi
Nemmeno se lo chiedi tu

Sale che rimane appiccicato alla ringhiera
Piccolo gabbiano che governa la bufera
Ombre che si accalcano in metropolitana
Gente che trascina un’esistenza poco umana
Nidi tra i capelli che camuffano i pensieri
Invidie personali travestite da pareri
Ma è meglio non fidarsi di un pubblico pagante
Che solo un vero re si può atteggiare a mendicante
Mani con i buchi per pagare
Vuoti che nessuno è più capace a rattoppare

E allora lasciami rallentare
Che questo tuo girare in tondo
Non mi fa più toccare il fondo
E non c'è spazio per camminare
Perché nessuno sposta i piedi
Nemmeno se lo chiedi tu

Donne che si amano attraverso una borsetta
Vita che precipita nel vuoto senza fretta
Ma in fondo basta un attimo a tirare la catena
Siamo come tartarughe rovesciate sulla schiena
Con la pancia al firmamento a cercar la traiettoria
A sperare che il finale ci migliori anche la storia
Ma mi astengo e tiro i dadi
Aspettando la fortuna
Sono solo un marciapiede innamorato della luna

E allora lasciami rallentare
Che questo tuo girare in tondo
Non mi fa più toccare il fondo
E non c'è spazio per camminare
Perché nessuno sposta i piedi
Nemmeno se lo chiedi tu