Parto
Prendo il mio trenino
E scappo
Sono ormai ridotta all’osso
Per un satiro di mare
Nudo
Sotto quell’accappatoio
Con le mani sempre addosso
Certo non era un grande amore
Tu
Che all’inizio mi parlavi
Di poesia e di storie buone
E mi si scioglieva il cuore
Il giorno dopo eri diverso
Eri strano e un po’ molesto
Ed io non capivo come mai
Penso
Quanti viaggi fatti in treno
Per vederti un solo giorno
Io a Legnano e tu a Spotorno
Sempre
Mi toccavi alla stazione
Lo ricordo l’occhio tondo
Senza neanche un “ciao, come stai?”
Io
Che cercavo inutilmente
Ti toccare le tue mani
“ma non vedi che c’è gente?”
Sì
Non è certo il vero amore
Da tenerezza in fiore
E, se vuoi, quel certo non so che
Parto
Prendo il mio trenino
E torno
Dal mio vecchio fidanzato
Spero che non sia cambiato
Lui
Certo
Non è un intellettuale
Anzi, forse è un po’ banale
E non parla di poesie
Ma
Non sarò così scannata
Sempre rossa e spettinata
Coi vestiti da buttare via!