Non c'è più una vasca con le carpe dentro
Coi pesci rossi o qualche monetina
Una foglia secca o i riflessi del sole
"Questa vita di chi è?"
Me lo chiedo mentre prendo un tè
Nella vasca non c'è nemmeno il polline
Depositato dove lo spruzzo s'è interrotto
Da piccolo ci andavo con un bel secchio
E pescavo i pesci fermi
Gli unici che si lasciavan prendere
Perché eran morti
Al primo binario lavorava il nonno
Mi ricordo la sua splendida grafia
Tanti numerini scritti sul registro
Pizza al taglio al bar della stazione
Poi me ne andavo via
Lui aveva sempre pane e marmellata
Santa Rosa a pezzettoni, spesso di ciliegie
Intorno alla vasca c'è cresciuto un cane
Tra frisbee di stoffa e parapiglia di piccioni
Pronti a vendersi per due beccate
Io non voglio piangere
Per riempir di lacrime una vasca
Che reclama ancora quei miei occhi
La testa coi pidocchi
Gli sbucci sui ginocchi
Non ho più il cuore che un bambino col secchio
Me lo ripesca a ogni or
Perché sta fermo
Ora la stazione è diventata come le altre
Nella vasca sta morendo la Chimera
Dai, nonno, saliamo sul 128
Che un dopolavoro col distillatore forse esiste ancora, sai
Da qualche parte
Io non voglio piangere
Per riempir di lacrime una vasca
Che reclama ancora quei miei occhi
La testa coi pidocchi
Gli sbucci sui ginocchi
Non ho più il cuore, che un bambino col secchio
L'ha ripescato ancor