Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Pierangelo Bertoli
Quando partì con l'ordine di leva la madre lo pregò di riguardarsi
Salì sul treno come un condannato
Piegò le spalle e finse di adattarsi
Sentiva freddo e aveva un po' paura
E poi si rifiutava di accettare che un pezzo della vita dovesse regalarlo
Per divertire qualche generale
Così arrivò, trovò la sua divisa
Gli diedero un assetto militare
La disciplina, l'indottrinamento, rispondere di sì senza pensare
S'armò di gloria, di sacre convinzioni
Qualcosa che ti cambia, ti snatura
Un corpo senza mente che spara, spara e uccide per procura
Un treno è passato una volta e non è più ritornato
Da noi son rimasti un bambino ed un vecchio soldato
Che resta lì tutto il suo tempo e narra giorni migliori
Racconta una guerra perduta e la chiama valori
Si ritroverà tra ignoti contendenti portando con le armi la sua pace
Sapremo poco dei combattenti dal fronte quasi sempre tutto tace
E dietro al fronte dovremo adoperarci
Installeremo missili a milioni
E quindi scopriremo che in fondo siamo solo dei ciglioni
Avremo ancora fulgidi ideali, un capo senza macchia da seguire
Un angelo di morte che corre, corre e uccide l'avvenire
Un treno è passato una volta e non è più ritornato
Un treno è passato una volta e non è più ritornato
Da noi son rimasti un bambino ed un vecchio soldato
Che resta lì tutto il suo tempo e narra giorni migliori
Racconta una guerra perduta e la chiama valori
Il vecchio da dentro il cancello non vede nessuno
Ignora le tracce di sangue coperte dal fumo
Racconta di nobili gesta di patrie guerriere
Risveglia fantasmi passati per farne bandiere