Mario Venuti & Carmen Consoli
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Mario Venuti
Scusami cara se non posso curare il tuo giardino
Capisco poco di piante e non so dirlo con i fiori
Devo fare i conti con i miei timori
Ho lasciato il mio vecchio paese
La gente per strada
Che con un colpo di clacson si saluta
Per venire a stare qui a Milano
Terzo piano, voglio smetterla di fare poesia
Ma sia quel che sia
Sono un uomo qualunque, un Mario ordinario
Precario, un po' solitario
Più giovane adesso che a vent'anni
Ma come quei turisti nordici
Che arrivano in Italia in bicicletta
Me la sono presa comoda
Non ho avuto fretta
Adesso sono un Buddha che ha perso la pazienza
E di lasciare un segno sento l'urgenza
Mi sono agghindato ma non so dove andare
Prendo la chitarra e comincio a cantare
Specchio delle mie brame
Dimmi chi è il più bravo del reame?
Ragazzi di buona famiglia
Che qui non farebbero mai un lavoro degradante
Poi vanno a Londra a pulire pavimenti
Sembrano esserne contenti
Anch'io certe volte mi sento straniero
Nel Belpaese, per quelle offese
Che si fanno a tanti per il bene di pochi
I soliti noti che conducono i giochi
Ti puoi rassegnare tutto é mercato
Anche questo disco é un prodotto Pop
Lo puoi consumare dove ti pare, come ti pare
Faccio parte della generazione cresciuta con il Carosello
Mi hanno convinto che ho bisogno di questo
Che ho bisogno di quello si accomodi alla cassa