Quando Fernando prese botte era già mezzanotte c'erano solo due bigotti con dei salesiani
Lungo la strada via in del monte stava lì di fronte
Aspettando che il conte pagasse cinquanta denari
E nonostante le promesse che sebbene molte
Non sono certo una virtù di questi ciarlatani
Fu la passione per la morte a dargli quelle colpe
La rivoltella gli si presento fra le sue mani
Così di punto in bianco, presе la casa d’assalto
Gridando come un pazzo al codardo “scendi giù!”
Alla famiglia di fianco non fecе torto ne danno
Ma tanto bastò uno sguardo per non guardarlo mai più
Hai gli occhi persi divisi e di visi morti ne hai visti
Che per cinquanta fiorini guarda quanto te la rischi
Pensava forte Fernando, mirando il Conte Kandinsky
Che per non farsi accoppare concesse soldi e servigi
Ma che novelle!
Ma che sono queste novelle?
Raccontami una storia che mi accappona la pelle
Ne ho sentite già di belle
Raccontami di quando gli rubarono le terre
Cosi a Fernando gli concessero di essere mezzadro
E dal suon canto altro vanto egli non volle più
Ma il proprietario che voleva coltivar più grano
Sperava di vederlo appeso presto a testa in giù
Che poi di come quel Fernando non facesse niente
Non farò accenno perché pare cosa risaputa
Ma quando il vino non bastò una sera alla sua gente
Qualcuno sospettó di lui che si rubasse l'uva
Un uomo ricco non ha mai temuto un poveraccio
E se i denari non lo comprano allora lo invidio
E c'è una legge che non vige ma si mette in atto
Se ho un sospetto ben fondato io allora ti uccido
E l’uomo ricco non aveva mai temuto Fernando
E ora Fernando lo saprebbe se fosse ancora vivo
E c'è una legge che non vige ma si mette in atto
Così pensava soddisfatto il Conte “Ugolino”
Ma che novelle!
Ma che sono queste novelle?
Raccontami una storia che mi accappona la pelle
Ne ho sentite già di belle
Raccontami di quando gli rubarono le terre