A volte mi sento talmente diverso
Che scrivo ogni verso inventando una lingua
Immerso in un mare di sogni su un'imbarcazione che pare vichinga
Da terra mi stacco su quest’astronave
Che guido sicuro fumando in carlinga
Mia madre discende dagli Inca mio padre è di stirpe Raminga
Sai che non tremo davanti alla morte la sfido e ci parlo tranquillo
Tutti st'amici sono dei nemici che elimino come farei co un bacillo
Passo le notti a parlare con la mia coscienza
Che assume la forma di un grillo
Occhiaie colore mirtillo nel vento d'autunno vacillo
Passano i giorni mi sento sempre più distante dal resto del mondo
Incrocio lo sguardo con ogni passante
Che è sempre più piatto e un po meno profondo
Scrivo parole che sono dei semi su un foglio
Che è fertile e infatti fecondo
Torno bambino ogni volta che tra le sue braccia
Mi addormo in mezzo secondo
Cerco la pace ammirando un tramonto su Roma
Dall’alto di questa terrazza
Stringo una birra che gela la mano
E il riflesso sul vetro mi attira una gazza
Sono diverso ma questo mi piace
Mi intendo coi pochi della mia razza
Sta vita ferisce ma un drago ha la pelle più forte di ogni corazza
Lasciami solo mi libro nel cielo come un usignolo
L'anima sgorga da queste ferite
Che curo restando al di fuori del coro
Non mi chiamare fammi volare
Finché sarò stanco e non troverò un covo
Dove restare per farmi passare
Tutto quest'odio che provo e che covo