La particolarità di questa canzone è una struttura atipica, caratterizzata da un crescendo strumentale in cui Pier riflette sulle emozioni e la natura umana, e che culmina con un ritornello finale molto rilassato.
[Strofa]
Credo che la mia natura sia
Nascosta nella mia paura
Di restare qui
A nascondermi
Sembra che nella realtà
Dimenticare la comodità
Non faccia male
A chi dimentica che un'ora d'aria
Non è limpida, ma ossigena
I polmoni a chi
Non ha di più
Voglio credere che la violenza
Di chi predica intolleranza
Sia la voglia di nascondere la mano
E non il sasso che va più lontano
Se non
Incontrerà Il volto
Di chi non ha più paura
Di affogare dentro la natura
Di chi non riesce a diventare
Quello a cui
Ogni uomo possa mai aspirare
Lucida, la sua viltà
Dentro scarpe che non hanno mai capito
Quale fosse la destinazione
Navigare a vista dentro un mare
Pieno di sventure da evitare
Ditemi la verità
Chiedo autorizzazione per rientrare
Perché il mare non ha mai fatto male
A chi lo ha saputo rispettare
A chi non ha preteso
Di violare la
Sua intimità
Cresce la tensione, la paura
Di affogare dentro quello che rimane
Sempre fermo e immobile
[Ritornello/Outro]
A chi dimentica
Che l'aria
Non è limpida
Ma ossigena
I polmoni a chi
Non ha di più
Dell'aria
Questa è
Per chi dimentica
Che l'aria
Non è limpida
Ma ossigena
I polmoni a chi
Non ha di più
Dell'aria
Questa è
Per chi dimentica
Che l'aria
Non è limpida