[STROFA 1]:
Chiedo come colmare i vuoti, togliere l'amaro da gola
Come soffiare su una fiamma senza più alimentarla ancora
Otto figli, venti nipoti, i lamenti non hanno parola
Quattro li ha partoriti mamma e si è stretta la mano da sola
Uscirò dal cerchio sì più maturato sì più maturo nonostante le vinte
Certo son stato viziato ma alla fine dai miei ne ho avute di spinte
A farmi contento dal supermercato ci pensava quel pacchetto di meringhe
Ora attento cammino sul prato che lei mi diceva pieno di siringhe
Cosa ci perdo a parlarti un po' di me?
Giusto due rec, un paio di stems
Ora che pendo dalle carte del mio deck
Non passo il check, lascio i miei flashback
A dirti che:
Sono gli attimi, gli istanti quelli che non butti
Io non credo mi sia mai sentito più protetto
Da seduto non toccavo manco il pavimento
E ci scivolavo sopra quando erano asciutti
Guance rosse mischiate all'odore del Prosecco
Ascoltavo quei discorsi fatti dagli adulti
E non dimenticherò ciò che ti avevo detto
Andremo in quel circolo e offrirò da bere a tutti
Ora tutto mi si proietta veloce
Forse ho qualche fitta in più di voi mica per caso
Armadi rotti e grida ed i litigi ad alta voce
Io per scoprire certe cose non ho mai origliato
(No no no no)
Parlo senza filo logico, ricordi a caso
(No no no no)
Come girare su un divano in mezzo ad un tornado
"Aiuto", non mi serve Cortana
La paura bussa alla pancia
Io ci rischio butta la mancia
Per i miei lamenti qualche soldo non grava
Ora che nel fianco ho una lancia
Prima tutto non importava
In piedi sulla sedia, l'acqua e vino, macchie ovunque, terremoto e una buccia d'arancia come collana
Ero il re del mondo, sì, ero il re del mondo
Non come la vita che ora mi conduci
No, non mi ricordo ora, che miri il fondo: "Ti scongiuro Lumi", prego riproduci
Però ho una frontiera a casa che mi appella
Dalla stanza al centro quelli non li bruci
Nonna raccoglieva i gratta e vinci a terra, ho la speranza dentro e tu vuoi spegnermi le luci
[STROFA 2]:
Facevo a piedi la strada allo stage
Attraversavo la zona industriale
A fine stagione qualifica in mano
Due schiaffetti in faccia, l'anno dopo uguale
Soltanto io so quante ne ho passate
I quartieri muti, le case occupate
Tipo che andavo a trovare mio padre
E pranzavo con le tapparelle abbassate
Poi alle battle con le calze bucate
Più di un viaggio senza badare a entrate
Son ciò che sono anche quelle in dispensa
Il cibo in scadenza, le mele ammaccate
In realtà sono anche meglio, provate
Certo, delle vostre in cui vi specchiate
Rido finchè vedo che sparecchiate
Io ho fatto la scarpetta anche alle posate
Volevo capire, no, mica tradire
Affogato tra il dire
(Figuriamoci)
Ora tu stammi bene, ho sule maniche
Parlo da un cabinet (parlo da un cabinet)
Voglio allontanarmi e ritornare stabile
Chiudere gli arretrati, poi darmi alle grandi idee
Mi ricordo a memoria ciò che è indispensabile
So come è fatto un prodotto non commerciabile