Rondinella. Tutti coloro che seguivano le trasmissioni radiotelevisive e gettonavano i juke-box negli anni ‘60, sino alla fine degli anni '70, conoscono questo nome. Eugenio Rondinella ha infatti operato attivamente come autore di canzoni in quegli anni favolosi per la canzone italiana.
Incise i primi dischi all'età di 14 anni e giovanissimo partecipò al Festival di Sanremo con Milva (facciata B), ottenendo un grande successo. Poi, conclusi gli studi, scrisse testi, o meglio poesie, per Marino Barreto, Milva, Claudia Mori, Gino Santercole, Gianni Morandi, Nicola di Bari, Maurizio dei New Dada, Fred Bongusto, Santo e Jonny, Cardinal Point e altri. Il suo maggior successo fu quale autore dei testi dei più famosi tanghi argentini (la Cumparsita, el Choclo, Duello cruello, Rodriguez Pena, Inspiration, Adijos Muciacios ecc.) cantati da Milva. Soprattutto con questo disco Rondinella si fece conoscere in tutto il mondo.
Rondinella partecipò anche alle più ambite manifestazioni canore di quei tempo: Festivalbar, canzonissima, Festival di Sarajevo ecc. Realizzò le sigle di importanti trasmissioni radiotelevisive come Gran varietà, 40 gradi all'ombra ecc.
Poliedrico, fu anche editore musicale. Da tale attività nacque la sigla del programma televisimo Check-Up, simbolo della trasmissione per oltre vent'anni.
Nella sua intensa e brillante attività di autore di canzoni, scrisse per i maggiori maestri nazionali e internazionali: Enrico Simonetti, Marcello De Martino, Giampiero Reverberi, Santercole, Gianni Fallabrino, i mitici Williams, Van Hebert, Robert Gall ed altri. Pubblicò con Ricordi, RCA, Fonit-Cetra, Durium, Philips, Polydor, Wea, Clan Celentano, Ariston ed altri.
Ma Rondinella teneva nel cassetto parecchi volumi di grande poesia. Poeta “controcorrente”, la sua poesia è stata definita “classica-moderna, avveniristica, musicale”.
Attualmente, Rondinella si dedica esclusivamente alla poesia e alla pittura psicocromatica, detta dai critici psicocromia. Si tratta di un'avanguardia artistica – di cui egli è il capostipite – che ha già fatto scuola e conta diversi seguaci.
L'editore del suo primo libro di poesie lo convinse che tenere per sé queste opere di alto ingegno era una forma di egoismo. Ora anche noi siamo lieti di proporre il maestro quale nuovo poeta del 2000.
Nel suo precedente libro di poesie Un cerchio di rosso, Rondinella descrive il suo dolore esistenziale nel momento della sofferenza guardandolo da vicino.
Un cerchio di rosso è un florilegio tratto dall'enorme volume di poesie inedite e che forse inedito resterà, come si può capire dal titolo, da bruciare nel rogo.
In questo rogo c'era forse già un preludio di Cenere in un giorno di vento; Rondinella infatti sublimava la sofferenza bruciando le sue poesie. In Cenere in un giorno di vento il rogo non è più delle poesie dolorose ma di un passato sofferente. Nella creazione di queste poesie l'autore vede questo dolore da spettatore, lo ammira dall'alto, mentre descrive contemporaneamente il presente gioioso ed un futuro splendente.
In un certo qual modo, nella comparazione fra Un cerchio di rosso e Cenere in un giorno di vento, si può dire che il secondo sia il negativo fotografico del primo.
Un Cerchio di rosso è un florilegio il cui filo conduttore è l'ordine cronologico e psicologico di composizione; in esso il dolore traspare evidentemente e in poche ultime poesie finali si intravede la ricerca della catarsi che è preludio a Cenere in un giorno di vento. L'ultimo poesia però riconduce alle prime con una chiusura di dolore: … e tutto è rimasto lì.
Cenere in un giorno di vento è invece lo sviluppo di un tema con un filo conduttore che ne è il fondamento e l'unità logica. Anche in questo volume, Rondinella trae il titolo dall'ultima poesia:
… Anche la strega è morta…
Quest'ultima poesia è il finale ed è anche il tema che il poeta sviluppa. La strega, infatti, simbolo del maleficio e del dolore esistenziale, brucia viva nel rogo.
Alcuni critici, quando fu pubblicato Un cerchio di rosso accostarono Rondinella a Prevert definendolo addirittura “il nuovo Prevert italiano”. Certamente questo accostamento non fu per i contenuti che anzi sono evidentemente opposti, bensì per la forma estetica con ritmo-musicalità e assonanze caratterizzandi la comune passione per la chanson montmartiana; ritmo-musicalità e assonanze ormai scomparse con l'ipnotismo del novecento italiano.
Rondinella, poeta coraggioso e controcorrente, fu anche definito, molto erroneamente “neo-classico”, diremmo, se mai, classico-moderno-avvenirista.
Nel volume che presentiamo, Rondinella annulla il ritmo conservando però una forte musicalità. Il coraggio di Rondinella nel presentarsi al di là di accostamenti e definizioni è comunque e certamente di essere controcorrente.
Cenere in un giorno di vento verrà giudicato dai critici e dai lettori.
A noi è piaciuto moltissimo.
(Ivano Sacchi)