Claudio Cavallaro (Verona, 27 luglio 1934 – Milano, 3 marzo 2003) è stato un compositore e cantante italiano.
Ha composto le musiche di alcuni evergreen della musica leggera italiana, come Applausi, Il carnevale, Lisa dagli occhi blu, Eternità, che lo hanno fatto entrare nella storia della canzone italiana.
Con la famiglia si trasferì a Bolzano, dove compì gli studi di pianoforte al Conservatorio Claudio Monteverdi; iniziò quindi la carriera come voce solista nella band torinese The Ander’s Quartet, con cui incise alcuni 45 giri all'inizio degli anni ‘60 pubblicati dalla Excelsius, sottoetichetta della Fonit Cetra; il gruppo poi cambiò il nome in The Four Ander’s, passando alla casa madre.
Si iscrisse alla Siae nel 1962, ed iniziò a comporre canzoni per vari artisti, collaborando con vari parolieri.
Nel 1967 si fece notare con Amico ascoltami, incisa da Gene Pitney, ma il primo successo lo ottenne l'anno successivo con Applausi, incisa dal complesso dei Camaleonti; il brano rimase in classifica per dodici settimane, piazzandosi al primo posto per tre settimane dal 29 novembre al 13 dicembre riconfermandosi primo per altre due dal 3 al 10 gennaio[1].
Successivamente conobbe Giancarlo Bigazzi, musicista e autore di testi con cui stabilì un fortunato sodalizio che durò per alcuni anni: una delle prime canzoni scritte insieme fu Lisa dagli occhi blu, incisa da Mario Tessuto, che, seconda classificata a Un disco per l'estate 1969, diventò in breve tempo una delle più vendute dell'anno, oltre che uno dei brani simbolo degli anni sessanta; da essa venne tratto un omonimo musicarello.
Lisa dagli occhi blu rimase in classifica per quindici settimane, piazzandosi al primo posto dal 16 al 23 luglio e altre quattro settimane dal 20 agosto al 10 settembre 1969[2].
Nello stesso anno, insieme a Luciano Beretta (il coautore di Applausi), scrisse una canzone per bambini, Ciao, Napoleone, che venne presentata allo Zecchino d'Oro.
Nel 1970 partecipò al Festival di Sanremo con Eternità, una delle sue canzoni più note, presentata da Ornella Vanoni in coppia con il complesso dei Camaleonti (di recente reincisa dalla Vanoni insieme ai Pooh): è proprio la versione della band milanese a vendere di più, arrivando fino al secondo posto e restando in classifica per tredici settimane[3]. Nel 1971 ancora in tandem con Giancarlo Bigazzi scrive la canzone America, presentata da Fausto Leali al Festivalbar 1971.
In qualità di compositore tornò al Festival nel 1972 con La foresta selvaggia, cantata da Marisa Sacchetto, che non ottenne molto successo; nello stesso anno partecipò a Un disco per l'estate con Io, interpretata da Patty Pravo, che però non venne ammessa alla fase finale.
Sempre in qualità di autore, nel 1973 insieme a Giancarlo Bigazzi tornò al Festival di Sanremo con il brano Come sei bella, cantato dal complesso dei Camaleonti: la canzone si piazzò all'undicesimo posto; nello stesso anno ritornò a Un disco per l'estate con La città, interpretata da Marisa Sacchetto.
Nel 1979 produsse il terzo album della band Il Giardino dei Semplici, pubblicato dalla WEA, dal titolo B/N (“Bianco e nero”). Vince Tempera ne curò gli arrangiamenti. Cavallaro fece un cameo “parlato” in vernacolo nel brano Tira a campà (b-side del singolo Tu, tu, tu), dove interpreta un imbonitore napoletano. L'album è considerato uno dei capisaldi del Naples Power.
Proseguì l'attività fino agli anni ottanta, per poi ritirarsi.
Fu attivo anche in radio, guidando sino al 1988 un'importante emittente radiofonica veronese, Radio Globo, aiutando a crescere molti conduttori radiofonici e creando programmi innovativi come ‘i nefandiani’ e ‘febbre infernale’. Radio Globo, grazie alla consolidata amicizia di Cavallaro con Salvetti, sarà anche la radio ufficiale del Festivalbar nel 1986 e 1987.